Equity fundraising: la differenza tra le varie tipologie di investitori

Equity fundraising: la differenza tra le varie tipologie di investitori

L’equity fundraising è uno dei temi chiave che qualsiasi founder di una startup dovrà affrontare almeno una volta nella vita. Equity fundraising sta ad indicare l’attività di reperimento di risorse economiche da soggetti pubblici o privati, offrendo in cambio il capitale di rischio (o l’equity per l’appunto) dell’azienda, al fine di finanziare un determinato progetto aziendale, e i costi/investimenti a questo associati.

Possiamo distinguere cinque distinte categorie di investitori in equity fundraising:

  1. Incubatori ed acceleratori di imprese;
  2. Business Angel;
  3. Fondi di investimento di Venture Capital e Private Equity;
  4. Holding finanziarie di partecipazioni;
  5. Corporate

Gli incubatori e acceleratori di imprese sono organizzazioni che aiutano gli imprenditori a fondare la propria startup (nel caso degli incubatori), o a farla crescere in maniera più rapida di quanto farebbe in maniera autonoma (nel caso degli acceleratori). Ciò avviene attraverso percorsi mirati, attività di mentorship, attività di formazione e, in alcuni casi, investimenti o sostegno per l’attività di equity fundraising. Incubatori ed acceleratori di imprese possono infatti operare costituendo un loro fondo di investimento ed investendo nelle migliori aziende da loro incubate/accelerate. Quest’ultime si trovano quindi o nelle primissime fasi di vita o poco più avanti. Di contro, un ulteriore modello attraverso cui incubatori e acceleratori entrano nel capitale di rischio delle imprese target è legato all’offerta di servizi: in cambio di questi, l’incubatore/acceleratore entra nella cap table della società target.

I business angel sono persone fisiche che, come “angeli”, credono talmente in un determinato progetto da investire i loro risparmi per diventarne soci, e partecipare quindi ad utili e perdite della società oggetto di investimento. Solitamente, dato il “potere di spesa” limitato, questi investono nelle prime fasi di vita delle aziende (pre-seed, seed), al fine di permettere alle medesime di raccogliere le risorse economiche necessarie ad iniziare ad operare o ad investire per la crescita del loro business. Tra questi possiamo distinguere gli investitori professionali, che si differenziano dagli altri business angel (principalmente parenti e amici) per il numero di operazioni di investimento effettuate, l’ammontare investito e le competenze in ambito di gestione di impresa che possiedono. Infine, i business angel possono anche raggrupparsi in associazioni, come le italiane IBAN o Italian Angels for Growth e operare come un fondo di investimento di Venture Capital. Ciò serve sia a poter raggiungere volumi di investimento maggiori rispetto a quanto fatto privatamente, riuscendo così ad investire anche in round di società più mature e meno rischiose, sia ad avere maggiori garanzie, rappresentate dalla selezione dei progetti più meritevoli da parte dei dipendenti dell’associazione e dalla possibilità di poter contare sull’associazione stessa per qualsiasi tipo di problema.

Altra tipologia di investitori da includere nell’equity fundaraising sono i fondi di Venture Capital. Si tratta di fondi di investimento che investono in startup e PMI con progetti innovativi. Solitamente, sono interessati a società che abbiano già riscontrato l’interesse del mercato rispetto al prodotto o servizio da loro offerto, con quindi già un determinato volume di ricavi alle spalle, la cui soglia minima varia da fondo a fondo. Le aziende target, quindi, sono in una fase immediatamente successiva a quella delle società in cui investono solitamente i Business Angel. A differenza di questi ultimi, poi, i Venture Capital (o VC) investono somme raccolte solitamente da entità pubbliche, come ad esempio fondazioni bancarie, assicurazioni o enti previdenziali. Una volta raccolta la somma prefissata, il VC si impegna a reinvestire i fondi ottenuti in base a criteri fissati in precedenza, riguardanti ad esempio il settore di riferimento, il grado di maturità, o l’area geografica in cui operano le potenziali aziende target, cercando di generare il miglior ricavo possibile per chi ha finanziato il fondo stesso. I VC, poi, hanno in media orizzonte di exit (o disinvestimento) pari a cinque anni. Stesse logiche sono seguite dai fondi di Private Equity, con la sola differenza che questi sono interessati ad imprese più mature e di dimensione più grandi, con fatturato nell’ordine di decine di milioni di euro.

Le holding finanziarie di partecipazioni sono società finanziarie che detengono quote o partecipazioni di società controllate su cui esercitano un’attività di gestione e controllo. A differenza dei fondi di investimento, possono raccogliere le somme da investire anche da piccoli investitori privati, sempre con l’obiettivo di massimizzarne il rendimento investendo, tra le altre, anche in società con progetti innovativi. Come nei fondi, i criteri di investimento sono fissati a priori, e la maturità, il settore e la dimensione delle imprese target variano per ogni holding. Una tipologia particolare di holding finanziaria di partecipazione sono i family office. I family office sono società di servizi che gestiscono il patrimonio di una o più famiglie facoltose. Tra le altre attività che questi svolgono rientra certamente la gestione degli investimenti nel capitale di rischio di società target. Non di rado, infatti, si interessano anche a partecipazioni o quote di startup o PMI con progetti innovativi, con l’obiettivo di far rendere i capitali delle famiglie servite il più possibile. I criteri di investimento variano in base alle esigenze di ogni singolo family office, fermo restando che le aziende target debbano aver già ampiamente riscontrato l’interesse del mercato verso il prodotto/servizio da loro offerto, anche attraverso i volumi di fatturato.

Al termine del panorama sugli investitori dell’equity fundraising ci sono le corporate. Queste possono essere interessate a loro volta ad investire in startup per innovare un ramo o addirittura l’intera azienda, attraverso l’offerta di un prodotto/servizio o un processo nuovo e in qualche modo migliorativo rispetto a quanto offerto in precedenza. Tali corporate, pur potendo avere internamente sia le risorse economiche che le competenze per innovare da sole l’azienda, preferiscono affidarsi a startup, per minimizzare i rischi: una volta individuato il trend del loro mercato di riferimento, le corporate investono nelle startup più rappresentative del trend stesso, senza rischiare in prima persona in progetti “ex novo”, molto dispendiosi sia in termini di tempo che di denaro. A differenza di fondi di Venture Capital e Private Equity, e delle holding finanziarie, i criteri di investimento non sono fissati a priori, ma l’investimento, come detto, si basa sui trend di mercato, così come le somme da investire. Diversa, invece, è la situazione dei fondi di Corporate Venture Capital: questi sono fondi di investimento di Venture Capital creati all’interno e gestiti dalla corporate stessa, con l’obiettivo di investire nei progetti innovativi del settore di riferimento. In questo caso, i criteri di investimento vengono fissati in anticipo.

Se vuoi approfondire maggiormente il tema, o se sei interessato all’equity fundraising per la tua azienda, non esitare a contattarci. Uno dei nostri esperti sarà in grado di aiutarti.

Il team BizPlace

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