Il nuovo palcoscenico mondiale: una fusione tra Keynes ed i bitcoin

Il nuovo palcoscenico mondiale: una fusione tra Keynes ed i bitcoin

Keynes pensò ad un istituto chiamato “Clearing Union”, una sorta di banca centrale, considerata mondiale, che detenesse tutti i conti dei vari stati. Questa gioca un ruolo fondamentale nel modello di moneta unica mondiale, visto che potrà accreditare/addebitare una determinata quota di moneta nel momento in cui si attua un’azione commerciale da un paese all’altro.

Anche se il modello non è intuitivo ad una prima lettura, gli aspetti fondamentali sono i seguenti: i Banker non sostituiscono la moneta nazionale, ma diventano l’unica valuta con la quale i paesi attuano il commercio internazionale tra loro, e che lo stesso “Banker” non è soggetto a fluttuazione, né a manovre speculative da parte di singoli agenti economici.

Il ruolo della “Clearing Union”, che non essendo legata a nessun interesse politico, deve soltanto tenere i diversi conti economici dei vari paesi, i quali per compensazione saranno uguali a 0, e garantire il buon esito delle transazioni.

Ad oggi nessun economista o politico ha provato ad attuare nella pratica questa teoria, si sono creati enti e valute che hanno similitudini con i concetti espressi da Keynes, ma niente che potesse riprodurre a pieno il modello descritto da quest’ultimo. Quindi per il successo di questa teoria, ci sarebbe bisogno di una valuta che sia facile da scambiare e di larga diffusione, ma che non abbia nessuna bandiera di riferimento e che quindi sia libera da qualsiasi legame di stato. Nel contesto odierno l’unica moneta che ha queste caratteristiche è il Bitcoin.

Esso rappresenta la principale criptovaluta al mondo, creata da alcuni ingegneri informatici subito dopo la crisi dei mutui SubPrime, avvenuta nel 2008, quasi come moto di protesta contro gli stati che hanno portato allo scoppio della stessa. Da qualche anno a questa parte stanno raggiungendo prezzi spropositati e sembrerebbe che il loro trend espansivo difficilmente possa fermarsi nel breve periodo.

C’è molta perplessità intorno a questa “bolla” dei bitcoin, difatti molti economisti ancora non hanno saputo dare una vera motivazione per il loro prezzo così irrisorio, ma vuoi perché è sfruttato per finanziare la parte illecita di internet, vuoi perché è una valuta di facile emissione, essa è diventata una realtà importante che sta influenzando inevitabilmente il nostro mercato.

Ora la domanda è la seguente: E se il “bitcoin”, o qualsiasi altra criptovaluta, potesse assumere il ruolo del “banker” idealizzato da Keynes?.

Questa potrebbe essere molto più reale di una semplice speculazione economica.

Ci sarebbe la possibilità di creare un nuovo modello, unendo le idee keynesiane di moneta unica con la criptovaluta più scambiata al mondo, che rivoluzionerebbe il nostro concetto di economia mondiale.

Il modello che si potrebbe prospettare è di base quello ipotizzato da Keynes nel suo saggio, ma con qualche fondamentale modifica: la “Clearing Union” avrebbe il ruolo di banca centrale, continuando ad essere super partes, ma dovrebbe estendere la propria giurisdizione non solo sui mercati internazionali, ma su tutto il mercato, facendo diventare il bitcoin, “ex Banker”, la moneta unica di qualsiasi scambio; portando di fatto quest’ultima ad eliminare le valute nazionali, e diventare La valuta per eccellenza nelle transazioni quotidiane.

Per molti, la moneta unica mondiale è soltanto una semplice utopia, poco realizzabile per i vari interessi che hanno le Banche Centrali e gli stati leader.

Il futuro però potrebbe dirci qualcos’altro: in un mondo in continuo mutamento, dove la preferenza per il cartaceo viene surclassata dalla moneta elettronica, viene richiesta dagli agenti economici più semplicità e più velocità di acquisizione nei mercati esteri; l’unica soluzione possibile a queste problematiche odierne è la formazione di una moneta unica mondiale.

Il Team BizPlace